No products in the cart.

SCEGLI

Il tuoPiano Salute

Categoria: Patologie del cane

dreamstime_l_39218064

La Brucellosi nel cane: un serio ed emergente problema…

Basandoci su riscontri clinici ed epidemiologici recenti e parlando con numerosi allevatori, emerge una seria problematica negli allevamenti europei: la diffusione di una patologia grave e zoonotica, la Brucellosi canina, un problema molto serio del quale, come Clinica della Riproduzione e Centro Veterinario, non possiamo esimerci dal discuterne…

Ebbene, è notizia recente del riscontro della patologia in un allevamento canino in territorio francese. C’é ancora tantissima confusione circa la serietà della questione e spesso molti Medici Veterinari non ne parlano o non la prendono in considerazione.

La Brucellosi è una malattia contagiosa causata dal batterio Brucella Canis. È una delle principali cause di infertilità negli allevamenti. È presente in tutto il mondo, colpisce tutti i cani, di razza e non, e può anche essere trasmessa all’uomo, con le medesime conseguenze sanitarie che nel cane.

Altre specie che possono essere interessate dalla patologia sono gli ungulati (bovini, pecore, capre…) nonchè la fauna selvatica (volpi e lupi inclusi!).

Nel cane, il classico segno clinico di malattia é l’aborto tardivo.

Altri sintomi includono natimortalità, impossibilità a concepire, riassorbimento del prodotto del concepimento. Alcuni cani infetti possono anche non mostrare sintomatologia palese.

Nella specie umana, i sintomi clinici della malattia variano da lievi, aspecifici e simili ad una banale influenza, sino a determinare infertilità e gravi problemi cardiaci o neurologici.

Nel cane, il batterio tende ad attaccare il sistema riproduttore (in generale, tutti i tessuti sensibili gli ormoni steroidi) ma si possono anche avere conseguenze cliniche sull’occhio, sulla colonna vertebrale, problematiche al fegato e alla milza, sino a coinvolgere i linfonodi.

Qualche dato in più sulla Brucellosi…

Nei cani, la modalità principale di trasmissione é rappresentata dal diretto contatto con fluidi organici infetti (sperma, secrezioni vaginali, urine). I feti abortiti sono altresì una fonte di contagio.

Il batterio si diffonde attraverso il contatto con le mucose genitali, il naso, gli occhi e la bocca e tende a colonizzare l’intero organismo attraverso il circolo ematico e linfatico.

La Brucellosi colpisce sia maschi che femmine.

  • Nella femmina: il sintomo clinico maggiormente evidenziato nelle cagne è rappresentato da infertilità, con il 75% dei casi che si traducono in aborti pre-termine (intorno ai 45-55 giorni di gestazione). I cuccioli abortiti mostrano in genere segni di sofferenza generalizzata, e la madre presenta perdite vulvari brunastre o grigio-verdi che rappresentano una enorme fonte di contagio per diverse settimane.
  • Nel maschio: nel maschio avremo grave infiammazione epididimale (porzione del testicolo in cui il seme matura e viene immagazzinato). Nella prima fase dell’infezione, i testicoli si presenteranno gonfi e doloranti. Man mano che l’infezione progredisce, i testicoli si induriscono e si rimpiccioliscono. I maschi infetti sono destinati alla sterilità a causa del gravissimo danno testicolare dato dalla formazione di anticorpi anti-brucella.

I maschi infetti svilupperanno anche gravi prostatiti (infezioni della prostata) con difficoltà durante la minzione o la defecazione.

In entrambi i sessi, poi, si potrà sviluppare letargia, perdita di peso ed intolleranza all’esercizio fisico. I sintomi clinici più specifici di alcuni di essi includono discospondiliti, oculopatie di diversa natura, cardiopatie anche gravi e dermopatie.

L’importanza del Test…

Esistono oggi test attendibili e molto accurati per la Brucellosi, basati su PCR o emocoltura. Questi test vanno eseguiti correttamente e nei giusti tempi (falsi negativi possono aversi se il test é effettuato quando il cane ha contratto l’infezione di recente…).

Un semplice prelievo di sangue può escludere l’infezione: il test di agglutinazione rapida (RSAT) rileva gli anticorpi anti-Brucella e viene spesso utilizzato come Gold Standard nella determinazione di presenza/assenza del patogeno. Quest’ultimo test é rapido ed economico, tuttavia presenta l’inconveniente di dare cross-reattività con altre specie batteriche e spesso fornisce risultati falsamente positivi: si può ovviare a questo confermando il risultato con altra metodologia di indagine.

Una diagnosi definitiva può essere ottenuta con l’esecuzione di una emocoltura. Tuttavia, se l’animale è stato sottoposto di recente a trattamenti antibiotici, il risultato dell’esame può non essere accurato.

Lo Specialista della Riproduzione può effettuare una diagnosi molto precisa, con indagini mirate al singolo caso!

CONTATTACI PER INFORMAZIONI SUL TEST

    Prendi Appuntamento
    Chiama: (+39) 0965 1972966

    CHE FARE SE UNO DEI MIEI CANI É POSITIVO?

    Il Gruppo degli Specialisti della Riproduzione del Cane si sta organizzando per fornirti informazioni accurate e precise su questo argomento. Ti preghiamo di iscriverti alla Newsletter per sapere quando sarà organizzato da noi l’incontro online con gli Allevatori Italiani per parlare del problema e pianificare insieme metodi di contenimento e di screening a tappeto sul territorio.

      Se hai bisogno di ulteriori informazioni, commenta a questo Post oppure chiamaci. Siamo sempre lieti di aiutare…

      dreamstime_xxl_104097477

      Diabete nel cane: informazioni e dettagli sul diabete gestazionale

      Oggi parliamo di una patologia sottodiagnosticata: il diabete nel cane. Ma soprattutto attenzioniamo il diabete in corso di gravidanza, altrimenti definito diabete gestazionale, o diabete gravidico.

      dreamstime_l_31840229

      Autotraumatismo nel cane: un caso clinico

      Oggi vi vogliamo parlare di Flash, Pastore Tedesco di un anno e mezzo, che arriva da noi per un quinto parere… dopo diverse diagnosi alquanto singolari, terapie palliative e alquanto fantasiose, finalmente Flash risolve il suo problema.

      dreamstime_xl_40859011

      L’otoematoma: un problema serio da non sottovalutare

      L’otoematoma, o ematoma della pinna auricolare è una raccolta di sangue all’interno dello spessore dell’orecchio di cane e gatto, per rottura traumatica dei capillari dello stesso.

      Ne soffrono più spesso i cani, e in particolar modo quelli ad orecchie pendule, ma non è escluso che possa ritrovarsi anche nel gatto e nel cane ad orecchie tese (es. Pastore Tedesco).

      L’otoematoma può formarsi a seguito di scuotimento eccessivo delle orecchie (come nel caso di otiti non trattate o croniche recidivanti). La prevenzione consiste nel controllare periodicamente le orecchie del proprio animale e mantenerle pulite, nonché recandosi immediatamente dal veterinario in caso di sospetta otite.

      Come riconoscere l’otoematoma?

      Il trauma dello scuotimento rompe i vasi sanguigni interni all’orecchio, ma non la pelle esterna. Così il sangue fuoriesce nel padiglione auricolare senza scorrere esternamente. Accumulandosi, forma un palloncino nell’orecchio del cane o del gatto che provoca sempre più dolore.

      Come trattare e curare l’otoematoma?

      Prima di tutto ti ricordiamo che per il tuo pet è una condizione dolorosa, pertanto è una emergenza. Devi recarti al più presto dal tuo Veterinario di fiducia.

      Un tempo si consigliava di “bucare” l’otoematoma con un ago per permettere al sangue di fluire all’esterno. Ma, attenzione: questa pratica, oltre che comportare un inevitabile dolore lancinante all’animale, porterà all’inevitabile raggrinzimento del padiglione auricolare, con danni estetici e anatomici ulteriori.

      Perciò, NON FATELO!

      Il trattamento possibile comprende:

      • terapia medica con PRP
      • chirurgia

      Non esistono altri possibili trattamenti. E peraltro occorre intervenire in tempo, per evitare che si formino coaguli e aderenze fibrinose fra le lamine cartilaginee del padiglione auricolare, o la riuscita del trattamento sarà inevitabilmente compromessa.

      Il caso di Kelly

      KELLY E’ UNO DEI NOSTRI CASI CLINICI TRATTATI IN CHIRURGIA. KELLY AVEVA GIà PERSO L’ORECCHIO DESTRO PER OPERAZIONI DI DRENAGGIO E TRATTAMENTO MOLTO MALDESTRE ED INESPERTE, IN UN PRECEDENTE OTOEMATOMA: ARRIVA DA NOI CON LA MEDESIMA PROBLEMATICA ALL’ORECCHIO SINISTRO, DETERMINATA DA UNA OTITE MAI CORRETTAMENTE TRATTATA.

      Per Kelly abbiamo optato per la chirurgia, risolutiva e che avrebbe restituito la consueta forma al padiglione, senza raggrinzimenti, utilizzando una tecnica a cavigliotti e punti nodosi staccati localmente applicati. Qui sotto potete vedere il prima e il dopo della chirurgia.

      Prima della chirurgia

      Foto di repertorio di un altro caso (quello di Kelly era identico ma non lo abbiamo fotografato 🙂 )

      Dopo la chirurgia

      Questo è il vero orecchio di Kelly, ad una settimana dall’intervento e dopo rimozione di parte dei punti. Come si può osservare non c’è alcun raggrinzimento del padiglione.

      Ti serve un consulto?

      Utilizza il form sottostante per prenotare un appuntamento o chiamaci al numero indicato.

        Prendi Appuntamento
        Chiama: (+39) 0965 1972966

        dreamstime_xl_61697272

        Castrazione chirurgica e rischio di malattie legate all’ormone luteinizzante (LH)

        Nel cane sterilizzato, mancando il feedback negativo degli ormoni sessuali sul rilascio delle gonadotropine, l’LH può arrivare a concentrazioni fino a 30 volte quelle dei cani non sterilizzati. La conseguenza è un aumento del rischio di sviluppare patologie legate alla stimolazione dei recettori dell’LH, presenti in diversi organi.

        La sterilizzazione chirurgica viene utilizzata per ridurre la sovrappopolazione di cani randagi o di cucciolate non programmate e, nei cani da compagnia, per ridurre il rischio di neoplasie alla ghiandola mammaria nella femmina e di iperplasia/infezione della prostata nei maschi. Tuttavia, nonostante questi benefici, la sterilizzazione chirurgica è associata a diversi problemi di salute a lungo termine.

        Mancanza di feedback negativo

        Nei cani riproduttivamente interi (non sterilizzati), l’ipotalamo secerne l’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH), che stimola l’ipofisi anteriore a rilasciare l’ormone luteinizzante (LH).

        Quest’ultimo, a sua volta, stimola la secrezione di ormoni sessuali (ad es. testosterone, estrogeni), che hanno un controllo a feedback negativo sulla secrezione di LH. Tuttavia, nel cane sterilizzato, questo feedback negativo manca, il che si traduce in concentrazioni di LH fino a 30 volte superiori rispetto ai cani non sterilizzati.
        I recettori per l’LH (LHR) sono presenti in molti organi: nel cervello, nel tratto gastrointestinale, nelle ghiandole surrenali, nella tiroide, nel pancreas, nella pelle, nella vescica, nelle articolazioni dell’anca e del ginocchio, nei linfociti, negli occhi e nella milza, nonché nel tratto riproduttivo.

        Azione su organi diversi

        La sterilizzazione aumenta l’appetito in maniera indiscriminata, con conseguente aumento di peso.
        È stato dimostrato che la stimolazione degli LHR presenti nel tratto gastrointestinale aumenta il rilascio di colecistochinina e glucagone, riducendo il senso di sazietà. Inoltre, la stimolazione degli LHR dell’ipotalamo ventromediale provoca iperfagia.

        Ridurre l’LH nei cani sterilizzati può ripristinare il normale appetito.

        L’ipotiroidismo è un disturbo endocrino comune, ma la frequenza di questa alterazione nei cani sterilizzati è superiore del 30% rispetto ai cani non sterilizzati. I recettori dell’LH sono espressi nella ghiandola tiroidea canina in associazione spaziale con i recettori dell’ormone tireostimolante (TSH).

        La continua attivazione degli LHR può interferire con il TSH, con conseguente ipotiroidismo. Ridurre l’LH nei cani sterilizzati può ripristinare la normale funzione tiroidea.


        Nei cani sterilizzati l’incidenza di displasia dell’anca e di rottura del legamento crociato anteriore è superiore di 1,5-2 volte rispetto a quella nei cani non sterilizzati. Anche in questi tessuti sono presenti recettori per l’LH e la loro continua attivazione può aumentare la lassità articolare mediata dal rilascio di ossido nitrico.

        Ridurre l’LH nei cani sterilizzati può quindi migliorare la stabilità articolare.


        La sindrome da disfunzione cognitiva (SDC) è una malattia neurodegenerativa dei cani anziani: la sterilizzazione ne aumenta in modo significativo lo sviluppo e la progressione. Infatti, elevate concentrazioni di LH aumentano la formazione a livello cerebrale di placche di beta-amiloide, coinvolte nella patogenesi della SDC4.

        Ridurre l’LH nei cani sterilizzati può prevenire o rallentare la progressione della SDC.

        Anche il rischio di sviluppare diversi tumori maligni aumenta con la sterilizzazione. In particolare, i cani sterilizzati hanno una probabilità 1,3-2 volte maggiore di sviluppare osteosarcoma rispetto ai cani non sterilizzati.

        I cani maschi sterilizzati hanno 3 volte più probabilità di sviluppare linfoma rispetto ai cani maschi non sterilizzati, mentre le femmine sterilizzate hanno il doppio di probabilità di sviluppare emangiosarcoma splenico e 5 volte più probabilità di sviluppare emangiosarcoma cardiaco rispetto alle femmine non sterilizzate.


        I recettori per l’LH sono infatti espressi in questi tessuti neoplastici e la ricerca condotta su cellule isolate di linfoma canino ha dimostrato che l’LH stimola la proliferazione cellulare.

        Ridurre l’LH nei cani sterilizzati può quindi ridurre il maggior rischio di malignità e prolungare i tempi di sopravvivenza nei cani già affetti da cancro.

        È quindi importante, quando si affronta il tema della castrazione chirurgica, si spieghi anche il rischio che il loro cane possa sviluppare queste malattie legate all’LH. 

        Vuoi maggiori chiarimenti o ti serve un appuntamento per una valutazione?

        Chiamaci o compila il form sottostante per contattarci e ricevere assistenza

          Prendi Appuntamento
          Chiama: (+39) 0965 1972966