Sentire costantemente uno strano odore di marcio nel naso è un sintomo che non va mai ignorato. Sebbene possa sembrare un fastidio banale o passeggero, alla base potrebbero esserci diverse cause nascoste, alcune delle quali richiedono attenzione medica. Questo fenomeno, noto in campo medico come cacosmia, può avere origine da semplici alterazioni temporanee ma anche da condizioni più serie e complesse.
Le cause più comuni e immediate: infezioni e infiammazioni
Tra le ragioni più frequenti per cui si percepisce un odore sgradevole simile al marcio nel naso rientrano infezioni batteriche o fungine delle cavità nasali. Sinusiti, riniti croniche o acute e tonsilliti sono spesso collegate a questo disturbo. Nei casi più lievi, può trattarsi di una sinusite, ossia un’infiammazione dei seni paranasali che provoca congestione, dolore e alterazione della percezione degli odori, spesso accompagnata da secrezioni maleodoranti e talvolta da febbre o senso di pressione al volto.
Anche una rinite cronica o allergica può favorire la produzione di muco, che ristagnando rischia di infettarsi e produrre cattivo odore. In altri casi, la presenza di corpi estranei (soprattutto nei bambini), poliposi nasale o ipertrofia dei turbinati può bloccare il normale drenaggio delle cavità, favorendo infezioni e proliferazione batterica, con conseguente formazione di odori pungenti e sgradevoli.
Cacosmia, fantosmia e alterazioni della percezione olfattiva
Quando il disturbo si manifesta con la percezione persistente di odori fortemente sgradevoli, spesso definiti “marci” o “putridi”, si parla tecnicamente di cacosmia. Questa condizione può essere legata a infezioni particolarmente aggressive – come quelle da Klebsiella ozaenae – o a malattie rare come la rinite atrofica, detta anche ozena. Nell’ozena si formano spesse croste maleodoranti nella cavità nasale, provocando riduzione o perdita dell’olfatto (iposmia o anosmia) e addirittura alitosi. Anche se rara nei paesi occidentali, è ancora presente in alcune aree del Mediterraneo e del Sud Asia.
Non meno importante è la fantosmia, ossia la percezione di odori inesistenti nell’ambiente. Può essere dovuta a infiammazioni, infezioni virali, lesioni neurologiche o disturbi del sistema nervoso centrale, come encefaliti erpetiche o traumi cranici, che alterano le vie olfattive e producono veri e propri “inganni sensoriali”. In altri casi, deficit nutrizionali (ferro, vitamina A, vitamina D), condizioni autoimmuni e reazioni infiammatorie prolungate possono indebolire la mucosa nasale, favorendo infezioni recidivanti e disturbi olfattivi persistenti.
L’assuefazione olfattiva, infine, può peggiorare il riconoscimento di odori dannosi presenti in casa o nelle vicinanze. Per questo motivo, diventa fondamentale osservare i sintomi associati e consultare uno specialista ORL (otorinolaringoiatra) in caso di persistenza del problema.
Fattori predisponenti e stili di vita
Funzione del sistema immunitario e igiene personale
Non sempre la presenza di cattivi odori nasali segnala una patologia grave. Alcuni fattori predisponenti possono facilitare l’insorgenza della cacosmia o comunque alterare la normale percezione olfattiva anche in soggetti sani:
- Riniti allergiche o vasomotorie: l’infiammazione frequente della mucosa modifica la normale percezione degli odori e favorisce ristagni infetti di muco
- Sbalzi ormonali: la gravidanza, la menopausa o alcune disfunzioni endocrine possono alterare sia la composizione del muco che la flora batterica, cambiando drasticamente la sensibilità olfattiva
- Dieta squilibrata: una nutrizione carente, squilibrata o un’insufficiente idratazione possono influire negativamente sulla composizione delle secrezioni nasali, favorendo lo sviluppo di odori atipici e persistenza dei sintomi
- Scarsa igiene personale: una pulizia non adeguata delle cavità nasali o della bocca contribuisce all’accumulo di batteri e sostanze maleodoranti
- Siccità nasale: atmosferica (ambienti secchi, aria condizionata, inquinamento), uso eccessivo di decongestionanti o allergeni possono provocare secchezza delle mucose e quindi cacosmia
Altre condizioni come l’ipertrofia dei turbinati (ingrossamento delle strutture interne del naso), il postumo di infezioni virali come COVID-19, oppure la presenza di particolari patologie trofiche, possono rendere il disturbo più marcato e cronico.
Sintomi di allarme e quando consultare il medico
Il sintomo di un odore persistente di marcio nel naso non va ignorato soprattutto se si accompagna a:
- Dolore facciale o senso di pressione al volto
- Secrezioni nasali abbondanti, dense, purulente o ematiche
- Alitosi resistente nonostante il mantenimento di una buona igiene orale
- Febbre, debolezza generale, difficoltà respiratorie
- Perdita parziale o totale dell’olfatto (iposmia o anosmia)
- Sintomi neurologici come confusione, torpore, mal di testa intenso, alterazioni sensoriali
In tutte queste situazioni, la valutazione dello specialista è essenziale per escludere complicazioni, infezioni severe o malattie sistemiche. Il medico potrà prescrivere esami olfattometrici, colturali o immagini radiologiche (come TC o risonanza magnetica) per identificare la causa e proporre una terapia personalizzata.
Non meno importante è prestare attenzione a tutte le variazioni che si avvertono nel proprio olfatto: sono segnali fondamentali che spesso anticipano il manifestarsi di disturbi sistemici o neurologici più gravi. La salute dell’olfatto, e in generale la cura delle mucose nasali, rappresenta infatti un indicatore diretto del benessere globale dell’organismo.