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Tag: zoonosi

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La Brucellosi nel cane: un serio ed emergente problema…

Basandoci su riscontri clinici ed epidemiologici recenti e parlando con numerosi allevatori, emerge una seria problematica negli allevamenti europei: la diffusione di una patologia grave e zoonotica, la Brucellosi canina, un problema molto serio del quale, come Clinica della Riproduzione e Centro Veterinario, non possiamo esimerci dal discuterne…

Ebbene, è notizia recente del riscontro della patologia in un allevamento canino in territorio francese. C’é ancora tantissima confusione circa la serietà della questione e spesso molti Medici Veterinari non ne parlano o non la prendono in considerazione.

La Brucellosi è una malattia contagiosa causata dal batterio Brucella Canis. È una delle principali cause di infertilità negli allevamenti. È presente in tutto il mondo, colpisce tutti i cani, di razza e non, e può anche essere trasmessa all’uomo, con le medesime conseguenze sanitarie che nel cane.

Altre specie che possono essere interessate dalla patologia sono gli ungulati (bovini, pecore, capre…) nonchè la fauna selvatica (volpi e lupi inclusi!).

Nel cane, il classico segno clinico di malattia é l’aborto tardivo.

Altri sintomi includono natimortalità, impossibilità a concepire, riassorbimento del prodotto del concepimento. Alcuni cani infetti possono anche non mostrare sintomatologia palese.

Nella specie umana, i sintomi clinici della malattia variano da lievi, aspecifici e simili ad una banale influenza, sino a determinare infertilità e gravi problemi cardiaci o neurologici.

Nel cane, il batterio tende ad attaccare il sistema riproduttore (in generale, tutti i tessuti sensibili gli ormoni steroidi) ma si possono anche avere conseguenze cliniche sull’occhio, sulla colonna vertebrale, problematiche al fegato e alla milza, sino a coinvolgere i linfonodi.

Qualche dato in più sulla Brucellosi…

Nei cani, la modalità principale di trasmissione é rappresentata dal diretto contatto con fluidi organici infetti (sperma, secrezioni vaginali, urine). I feti abortiti sono altresì una fonte di contagio.

Il batterio si diffonde attraverso il contatto con le mucose genitali, il naso, gli occhi e la bocca e tende a colonizzare l’intero organismo attraverso il circolo ematico e linfatico.

La Brucellosi colpisce sia maschi che femmine.

  • Nella femmina: il sintomo clinico maggiormente evidenziato nelle cagne è rappresentato da infertilità, con il 75% dei casi che si traducono in aborti pre-termine (intorno ai 45-55 giorni di gestazione). I cuccioli abortiti mostrano in genere segni di sofferenza generalizzata, e la madre presenta perdite vulvari brunastre o grigio-verdi che rappresentano una enorme fonte di contagio per diverse settimane.
  • Nel maschio: nel maschio avremo grave infiammazione epididimale (porzione del testicolo in cui il seme matura e viene immagazzinato). Nella prima fase dell’infezione, i testicoli si presenteranno gonfi e doloranti. Man mano che l’infezione progredisce, i testicoli si induriscono e si rimpiccioliscono. I maschi infetti sono destinati alla sterilità a causa del gravissimo danno testicolare dato dalla formazione di anticorpi anti-brucella.

I maschi infetti svilupperanno anche gravi prostatiti (infezioni della prostata) con difficoltà durante la minzione o la defecazione.

In entrambi i sessi, poi, si potrà sviluppare letargia, perdita di peso ed intolleranza all’esercizio fisico. I sintomi clinici più specifici di alcuni di essi includono discospondiliti, oculopatie di diversa natura, cardiopatie anche gravi e dermopatie.

L’importanza del Test…

Esistono oggi test attendibili e molto accurati per la Brucellosi, basati su PCR o emocoltura. Questi test vanno eseguiti correttamente e nei giusti tempi (falsi negativi possono aversi se il test é effettuato quando il cane ha contratto l’infezione di recente…).

Un semplice prelievo di sangue può escludere l’infezione: il test di agglutinazione rapida (RSAT) rileva gli anticorpi anti-Brucella e viene spesso utilizzato come Gold Standard nella determinazione di presenza/assenza del patogeno. Quest’ultimo test é rapido ed economico, tuttavia presenta l’inconveniente di dare cross-reattività con altre specie batteriche e spesso fornisce risultati falsamente positivi: si può ovviare a questo confermando il risultato con altra metodologia di indagine.

Una diagnosi definitiva può essere ottenuta con l’esecuzione di una emocoltura. Tuttavia, se l’animale è stato sottoposto di recente a trattamenti antibiotici, il risultato dell’esame può non essere accurato.

Lo Specialista della Riproduzione può effettuare una diagnosi molto precisa, con indagini mirate al singolo caso!

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